sabato 19 dicembre 2009

Simmel e le tecnologie

Pensando intorno alle tecnologie e all'uomo, ho ricordato con piacere un testo di Simmel, un autore "inattuale" nel senso nicciano del termine, che con la sua profondità di analisi ha raffigurato, con una lucidità non comune, scenari che si sono verificati dopo un secolo dalla sua esistenza. Riassumerò qui alcuni concetti estrapolati dal saggio "La metropoli e la vita dello spirito", a cura di P. Jedlowsky, Edizioni Armando, Roma. Farò riferimento anche al saggio introduttivo del curatore, particolarmente fecondo di concetti.
L'obiettivo è quello di tentare un'analisi del rapporto uomo-tecnologie istituendo un parallelismo tra questo rapporto e i concetti, riferiti alla società in relazione col soggetto, espressi da Simmel.
Sarei curioso di sentire la vostra opinione in merito a tale accostamento.
Simmel parte da un concetto espresso nella parola Wechselwirkung, ossia la universale interazione e compenetrazione di tutti i fenomeni; letteralmente "effetto di reciprocità". Per l'autore la modernità accentua in modo significativo questa connessione, che si manifesta anche retroattivamente. Perciò alla "nozione di causa si sostituisce quella di corrispondenza, di influenza scambievole tra diversi ordini di fenomeni". Questa interazione si consolida nel tempo diventando "sociazione", ossia le forme delle relazioni si cristallizzano e la società è l'espressione delle relazioni attraverso questa forma. La componente psichica del soggetto è influenzata da questa struttura e a sua volta la influenza. La vita è quindi sia un costante fluire, sia una produzione di forme. Essa è si fluida, ma si esprime in modi cristallizzati, infatti "la vita scavalca le forme, eppure, solo in forme di volta in volta determinate la vita può essere colta". La modernità è il processo che decostruisce gli "ordini sociali tradizionali" e il "mutamento in se stesso si fa norma"; ma tuttavia questo mutamento "è una formazione storica in se stesa".
Primo parallelismo: Il connettivismo e la nuova forma di conoscenza fluida (Bauman)sono esse stesse forme, al di là della loro intenzione di distruggerle?
Simmel istituisce poi una differenziazione tra intelletto (Verstand) e ragione (Vernunft). Il primo è una "facoltà essenzialmente logico combinatoria, eminentemente orientata alla calcolabilità", mentre la ragione "dà ordine alle conoscenza empiriche in base a domande che riguardano il senso, che non rinuncia al confronto coi sentimenti e con le domande ultime sulla vita ed il valore". Nella modernità si registra l'ipertrofia dell'intelletto, "che corrisponde allo sviluppo di un atteggiamento strumentale e calcolistico tanto nei confronti delle relazioni tra persone quanto nei confronti della vita in generale". Ciò porta "all'indifferenza nei confronti di tutta la varietà qualitativa delle cose".
Secondo parallelismo: la conoscenza derivante dal nuovo paradigma privilegia l'intelletto o la ragione?
Simmel poi analizza "il rapporto tra la differenziazione sociale e l'aumento della libertà dell'individuo" e scopre che la libetà si allarga, accrescendo la indivdualità intesa come differenziazione, ma il contraltare di questa diversità è "la crescente dipendenza del singolo da un mondo di tecniche ed apparati che lo sovrasta".
Terzo parallelismo: quanto è forte la dipendenza dell'uomo dagli strumenti tecnologici che ne permettono la sua espressione?
Questa dipendenza dell'uomo da tecniche ed apparati crea "una crescente divaricazione tra i contenuti dello spirito oggettivo e quelli dello spirito soggettivo". In questo caso oggettivo è ciò che è esterno alle persone, soggettivo è ciò che le caratterizza intimamente. Lo "spirito soggettivo si manifesta nella cultura di un uomo: ossia ciò "che questi sa per averlo imparato, per averlo vissuto o per averlo elaborato personalmente". Nella modernità, per Simmel, si crea una sproporzione tra la conoscenza soggettiva e quella oggettiva, venendo a mancare dei ponti che creano i collegamenti tra queste due polarità. Prevale dunque un atteggiamento orientato "alla strumentalità", senza che questo abbia un corrispettivo nella soggettività.
Quarto parallelismo: quanto la nuova conoscenza del copia-incolla e della connessione è tendente verso la cultura oggettiva? Non c'è il rischio che prevalga l'aspetto oggettivo e che questo crei uomini dotti verso l'esterno, ma altrettanto vuoti in se medesimi?
Grazie delle vostre riflessioni in merito,
Davide

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